IL CEPPO DI NATALE

In occasione del Natale, l'intera casa viene decorata a festa e si celebrano alcuni riti particolari, in relazione al significato assunto dalle tradizioni Natalizie in ambito cristiano. Uno di questi riti tradizionali, ormai quasi scomparso, è quello del ceppo di Natale.



ACCENDERE IL CEPPO

Nel mondo contadino italiano, del Settentrione e del Centro, accanto all'abete addobbato, era tradizione accendere nel caminetto il ceppo di Natale.
La sera della Vigilia del Natale ogni famiglia si riuniva intorno al fulcro della stanza, il focolare, dove un grande tronco di quercia veniva messo ad ardere. Il tronco poteva anche essere di altro tipo di legno, come per esempio un grosso ceppo di olivo, ma il requisito essenziale era che doveva bruciare lentamente.
Una volta acceso il ceppo si usava dire frasi di tono propiziatorio, come:
"Si rallegri il ceppo che domani è Natale, il giorno del pane e ogni grazia di Dio entri in questa casa, le donne facciano i figlioli, le capre i capretti, le pecore gli agnelletti, abbondi il grano e la farina e si riempia la botte di vino".
Un tempo, in Umbria e in Emilia Romagna, era usanza fare ardere un grosso ceppo di ulivo e poi se ne spargeva la cenere nei campi e nelle vigne, pronunciando parole augurali.



AMATO DAI BAMBINI

Dopo aver messo il ceppo ad ardere, si usava fare dei giochi con i bambini che, una volta bendati, dovevano avvicinarsi al camino dove ardeva il ceppo. Con le molle battevano sul tronco, cantando delle canzoncine che avevano il potere di far piovere su di loro dolcetti e regalini.

IL PERIODO

Sul ceppo di Natale, se non era abbastanza grande, si provvedeva a sistemare sopra altra legna in modo che potesse bruciare lentamente, per dodici giorni e dodici notti, e cioè da Natale fino alla festività dell'Epifania. I dodici giorni simboleggiavano i dodici mesi dell'anno.
Secondo la tradizione popolare si riteneva che durante la notte di Natale gli elementi della natura acquistassero poteri straordinari e che le forze malefiche potessero diventare più attive.

L'ORIGINE DELLA TRADIZIONE

Questa usanza, legata al mondo contadino, prende origine da una festa più antica, chiamata la "Festa del fuoco del solstizio d'inverno".
Era una festa pagana, a cui si è legata facilmente l'usanza del ceppo di Natale.


DOVE SI USAVA IL CEPPO DI NATALE

Bruciare il ceppo aveva un valore propiziatorio e trae origine dalla antica tradizione agraria. E' una tradizione diffusa, oltre che in Italia, anche in altri paesi d'Europa, come per esempio in Inghilterra dove era chiamato "Yuleblock".
Era una tradizione particolarmente viva in Francia, dove si chiama "büche de Noël". In Provenza, per esempio, dove il ceppo di Natale era chiamato "tréfoir", le ceneri del ceppo natalizio avevano la virtù, se messe sotto il letto, di proteggere la casa dagli incendi e dai fulmini per tutto l'anno, e inoltre aveva il potere di guarire il bestiame dalle malattie. Le ceneri sparse per i campi invece potevano impedire che il grano ammuffisse.
In Germania si chiamava "Weinachtsblock" e nelle valli tedesche del Sieg e del Lahn, fino alla metà del secolo scorso, veniva messo ad ardere un pesante blocco di quercia. Le sue ceneri si spargevano nei campi durante le dodici notti tra Natale e l'Epifania, allo scopo di stimolare la crescita delle messi.
In Serbia era tradizione bruciare il ceppo, che poteva essere di quercia, di olivo, oppure di betulla, e questo aveva il potere di proteggere il raccolto dalla grandine.
Mentre in Albania le ceneri del fuoco del ceppo di Natale venivano sparse per i campi, poiché avevano il potere di rendere i campi più fertili.
Una antica tradizione ormai scomparsa, anche perché non sono più tante le case dotate di caminetto.




IL DOLCE IN MEMORIA DEL PASSATO CONTADINO

Di questa antica usanza di bruciare il ceppo di Natale resta memoria nel nome nei dolci tipici natalizi. Infatti, da qui prende il nome il dolce tradizionale chiamato "tronchetto di Natale", ed è l'equivalente del dolce francese "büche de Noël".



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